domenica 27 marzo 2011

Big Society?

La rivoluzione del welfare di Cameron era stata descritta come la riforma più innovativa dei governi europei. Denominata "Big Society", l'idea del primo ministro inglese era quella di trasferire le competenze attualmente svolte dalla Pubblica Amministrazione al Terzo Settore. Punti di forza, secondo Cameron ed il suo consigliere Phillip Blond, una maggiore responsabilizzazione civica che avrebbe contraddistinto l'intervento privato.

Naturalmente il vero motivo di questa riforma è da ricercarsi nel drastico taglio delle risorse al sociale, anche in terra d'Albione. In questo modo si sarebbe potuto dimezzare i fondi trasferiti agli Enti Locali, lasciando all'impresa sociale libertà di attivare e gestire servizi e, naturalmente, di definirne la contribuzione.
In un momento di grande enfasi del dopo annuncio, lo stesso Phillip Blond è venuto in Italia a descrivere questo nuovo modello di welfare, concedendo al TG1 una intervista trasmessa nell'edizione delle ore 20:00

Ma è quello della "Big Society" un welfare che abbiamo urgenza di fare nostro? Quel privato sociale che Cameron tanto ricerca da noi è fortemente attivo e presente. Non manca in Italia una rete di associazionismo e cooperazione sociale che affianca la Pubblica Amministrazione. La nostra storia è diversa da quella della Gran Bretagna. Loro devono ancora ricostruire il modello sociale dopo il periodo Thatcher, nel quale le priorità erano indubbiamente altre.
Da noi il volontariato ha un ruolo storico, e sempre più riconosciuto.
Inoltre, certe sperimentazioni non ci sembrano poi così innovative. Il voucher di servizio spendibile presso il Terzo Settore accreditato è ormai una realtà in molte zone d'Italia, soprattutto al Nord e vanta una sperimentazione anche a Roma nell'era del sindaco Veltroni.

Chi si occupa di sociale sa che un ruolo fondamentale in Italia lo hanno svolto, e continuano a svolgerlo, le comunità, intese come il substrato sociale che fonda la nostra società, anche considerata la forte componente campanilistica del territorio italiano.

Semmai si attende dal governo Cameron una delucidazione su questioni più tecniche. Ad esempio: come scegliere i contraenti e quale diventerebbe in tal caso il ruolo del settore pubblico. Ma di questo, sino ad ora, non si è vista traccia, poichè dalle dichiarazione dell'estate scorsa, la "Big Society" sembra essere in una fase di stallo.

Ad aggravare la situazione, è notizia di oggi di ulteriori cortei nel centro di Londra di cittadini che lamentano ulteriori e drastici tagli che colpiranno le fasce più deboli della popolazione. Sarà forse questa la big society?

Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Big_Society

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