domenica 3 luglio 2011

Dopo il Convegno. Appunti di Politiche Giovanili

A quattro giorni di distanza dal Convegno su Giovani e consumi mi sento di affermare che la giornata di approfondimento ha superato anche le nostre aspettative di organizzatori.

I lavori della mattinata, svoltesi in assemblea plenaria, hanno evidenziato la necessità di utilizzare le tecnologie a nostra disposizione, senza per questo farci fagocitare da esse. Il web 2.0 rappresenta per i ragazzi la possibilità di partecipare, nel senso di far sentire la loro voce. Interattività quindi come processo partecipativo, che avvicina le nuove generazioni e può renderle protagoniste.
Dall'altra parte la sempre maggiore necessità di donare agli adolescenti degli strumenti per poter leggere il mondo del web, della pubblicità ed in generale del marketing. Quando il brand non ha più bisogno di identificarsi ma diventa di per se stesso moda, il messaggio deve essere veicolato, compreso e naturalmente percepito nella sua essenza.

In qualità di conduttore del workshop sulla musica, provocatoriamente intitolato "Una musica può fare", mi sento di dover rimarcare il lavoro svolto nelle tre ore a disposizione del gruppo. Gli operatori concordano con la necessità di considerare la musica come uno strumento a disposizione per entrare in contatto con l'universo giovanile, in particolar modo con i ragazzi che maggiormente manifestano situazioni di disagio. Seppur questo avvenga in maniera soggettiva grazie alla professionalità di alcuni educatori, si sente la necessità di istituzionalizzare questo approccio, magari rendendolo condiviso.

Nel nostro workshop ci siamo chiesti inoltre cosa potrebbe aiutare i ragazzi a saper distinguere tra musica esclusivamente di consumo e, ad esempio, musica di autore. E non abbiamo potuto prescindere dal rimarcare la necessità di rafforzare, nella scuola primaria e secondaria, il ruolo dell'educazione musicale, fondamentale per donare ai ragazzi uno strumento di lettura del contesto contemporaneo, anche attraverso un insegnamento approfondito della storia della musica.
Accanto a questo l'importanza di rendere protagonisti i ragazzi. Creare corsi di insegnamento di strumentazione moderna all'interno delle sale musica dei CAG, organizzare concerti anche per le band composte da giovanissimi, lavorare con i ragazzi sui testi delle canzoni.

Questi brevi spunti dimostrano, a mio avviso, la necessità degli operatori giovanili di confrontarsi e di fare rete, in un contesto normativo lacunoso che sta lasciando alla singola iniziativa dell'educatore o dell'ente locale il ruolo di comprendere, capire e quindi agire sulle politiche per i nostri adolescenti.